ESSERE OTTIMISTI CONVIENE, QUASI SEMPRE

Sei a una festa e ti diverti moltissimo: perché sei socievole o perché gli altri lo sono?

Con l’espressione stile esplicativo s’intende il modo in cui interpretiamo gli eventi positivi e negativi incontrati quotidianamente, o più in generale un modo in cui “leggiamo” le nostre esperienze. Ad esempio, se incrocio una persona che conosco in corridoio, e questa passando mi saluta appena con un cenno, l’aria infastidita, potrei interpretare il suo gesto in vari modi:

  • E’ sempre così scontrosa!
  • In quel momento era particolarmente nervosa per motivi personali
  • Le ho fatto qualcosa?
  • Le sto antipatico

Martin Seligman è uno psicologo americano di fama mondiale, pioniere degli studi sull’ottimismo e padre di quella branca della psicologia nota come Psicologia Positiva (da NON confondere con il pensiero positivo new age), che è alla base del metodo di Coaching da me studiato e praticato. Nelle sue rigorose ricerche accademiche si è occupato proprio delle differenze tra le persone ottimiste e pessimiste.

Gli ottimisti hanno una maggiore autostima perché, detto in soldoni, attribuiscono i successi, e le circostanze favorevoli, a capacità personali, valide in ogni situazione in ogni momento (“Sono intelligente” e non “Ho un intelligenza linguistica marcata che mi favorisce nelle conversazioni, quando sono di buon umore”). Di conseguenza gli ottimisti fronteggiano le situazioni in modo migliore, perché in virtù del loro modo di leggere la realtà sono convinti di poterla controllare efficacemente. E spesso, per questo, ci riescono. Inoltre, quando un ottimista fallisce si riprende prima dall’insuccesso, perché lo attribuisce a cause provvisorie, specifiche ed esterne, molte delle quali possono diventare informazioni utili per fare meglio in futuro.

I pessimisti invece s’incolpano per gli insuccessi, considerandoli frutto di loro caratteristiche negative stabili, indipendenti dallo spazio/tempo in cui sono calati, mentre addebitano al caso o aiuti esterni le vittorie e i successi. Convinti di non avere il controllo della loro vita, vanno incontro fatalmente all’avere un umore negativo, che rischia seriamente di sfociare nella depressione.

E tu, dove ti collocheresti lungo la linea in cui a un estremo troviamo i più ottimisti e all’altro gli inguaribili pessimisti?

Se sei tendenzialmente pessimista, sappi che l’ottimismo si può apprendere, e che vivere da ottimisti conviene non solo perché potenzia l’autostima ed è associato ad un buon umore costante, ma anche perché :

  • alimenta la perseveranza aumentando le possibilità di raggiungere i propri obiettivi
  • diminuisce l’ansia in quanto accresce la sensazione di controllo sugli eventi
  • rinforza il sistema immunitario e le abitudini salutistiche

Viva l’ottimismo quindi? Si, se parliamo di ottimismo flessibile, e sappiamo riconoscere anche le situazioni in cui serve un cauto pessimismo, ma di questo parleremo in un prossimo post.


Per saperne di più: Martin E. P. Seligman, Imparare l’ottimismo, Giunti

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