Sappiamo quanto è importante saper ascoltare per avere legami gratificanti, eppure nonostante il peso che le relazioni hanno nella nostra vita, questa capacità non viene allenata nelle scuole, e spesso si fa l’errore di pensare che se una persona non ha “per predisposizione” l’attitudine all’ascolto, allora non possa impararla. Niente di più sbagliato.
Cosa significa ascoltare allora? Premesso che esistono tonnellate di libri che affrontano l’argomento (e ai quali rimando), in estrema sintesi ascoltare davvero significa concentrare tutta la nostra attenzione sul messaggio dell’altro, farlo bene significa:
- Limitarsi ad ascoltare il contenuto, senza interpretarlo e senza pensare alla risposta giusta da dare
- Non pensare di sapere già cosa l’altro sta per dire
- Non farsi distrarre dagli stimoli del contesto
- Non farsi influenzare dalla qualità del proprio umore del momento
Ora, se è vero che in una certa misura tutti interpretiamo di continuo (più o meno inconsapevolmente), è anche vero che possiamo fare in modo di non “contaminare” le parole che stiamo ascoltando con l’opinione che abbiamo di chi le sta dicendo, cioè ascoltare l’altro rinunciando alle idee preconcette che abbiamo su di lui. E quante volte il nostro umore influenza la qualità dell’ascolto, oltreché le modalità di risposta?
Pensi non sia facile fare attenzione a queste cose?
In effetti è difficile, specialmente se non si è abituati. Ma ancora una volta, è una questione di allenamento.
Allora, se non vuoi fare un percorso di Coaching dedicato a migliorare le tue capacità di ascolto, cerca almeno di evitare i seguenti errori:
- Dare consigli non richiesti. Es: “Secondo me dovresti…”. la convinzione di dover aiutare in qualche modo chi ci parla, specialmente se è una persona che ci sta a cuore, quella convinzione che ci porta a dare consigli o a incoraggiare, è deleteria per un buon ascolto. Ecco, se riesci a non fare almeno questo sei già vari livelli sopra alla maggioranza della popolazione!
- Cercare di tirare su una persona che sta giù o consolare chi è sconsolato: “Su con la vita!…”, non è mai capitato che qualcuno lo facesse con te? E la cosa non ti ha come minimo indispettito? Il fatto è che quando una persona sta giù non vuole essere sollevata, vuole essere capita.
- Commiserare:”Povero, mi dispiace tanto”. Una volta, in fila dal medico di base, ho sentito una signora dire all’amica incontrata lì per caso che provava una gran pena per le sue disavventure.. delle quali evidentemente era a conoscenza… quale modo migliore per far sentire a disagio una persona?
Un buon esercizio è ripensare a una tua recente conversazione con un amico o collega, chiederti se hai fatto uno degli errori di cui sopra, e come avresti potuto dialogare diversamente. Questo è davvero un ottimo esercizio, perché allena, attraverso l’immaginazione, ad ascoltare meglio nelle situazioni reali future. Buon divertimento!