La parola “creatività” è troppo spesso usata in riferimento a un campo ristretto di attività: quelle artistiche e alcune “professioni creative”, come pubblicitario e art director. Così, è opinione di senso comune che si tratti di una dote che hanno solo alcune persone, e applicabile solo a determinati campi. Niente di più sbagliato!
Partiamo da una definizione umanistica di creatività: essa è la facoltà di produrre idee nuove per migliorare la vita. Questa definizione può essere riformulata anche così: la creatività si esprime nella capacità di cogliere rapporti nuovi tra cose e/o idee, rinunciando a vecchi schemi di pensiero o abitudini, e applicando tali intuizioni concretamente al benessere proprio o altrui.
Si tratta di una forma d’intelligenza pratica, Martin Seligman preferisce infatti nei suoi ultimi lavori usare il termine ingegnosità.
Chi è davvero molto creativo fa in modo non convenzionale cose che gli altri fanno seguendo le abitudini comuni.
Almeno un po’ di creatività serve a tutti per crescere, poiché il benessere passa spesso per la capacità di ristrutturare il modo in cui vediamo le cose e agiamo nel mondo, tra gli altri, con gli altri.
L’alternativa spesso è subire le soluzioni prefabbricate dal contesto, che alcune volte possono andar bene per noi, altre no.
La creatività si allena come un muscolo. Premesso che un Coach può proporre diverse modalità di allenamento della creatività, in base alle caratteristiche individuali, a livello generale gli step del processo creativo per affrontare una situazione-problema sono 3, come scrive Luca Stanchieri:
- Esplorazione: da iniziare in un momento in cui ci si può rilassare, è la fase in cui si mette a fuoco la situazione, e la si studia da tutte le sue angolazioni, nei suoi presupposti, finché si elabora, anche solo vagamente, qualche intuizione
- Elaborazione: è la fase in cui l’intuizione viene messa a fuoco nel dettaglio, studiandone i pro e i contro, prefigurando le possibili conseguenze della sua applicazione
- Realizzazione: è la fase dell’azione, nella quale serve ancora creatività per calare nella concretezza della realtà quanto elaborato.
Il sociologo Domenico De Masi sottolinea come la creatività appartenga potenzialmente a tutti, e a tutte le età.
Potenzialmente significa che farla sbocciare è una questione di volontà.
Per saperne di più: L. Stanchieri, Scopri le tue potenzialità, FrancoAngeli; M. Seligman, C. Peterson, Character Strenghs and Virtues, Oxford university Press