Quelle di vittima, persecutore, salvatore sono posizioni che in una conversazione si possono assumere consapevolmente o meno.
Si insinuano sottilmente come modalità comunicative perverse: in analisi transazionale (AT) si chiamano “giochi” ma in un’accezione decisamente negativa, infatti non hanno alcunché di ludico ma costituiscono degli schemi d’interazione che hanno come conseguenza per l’interlocutore un turbamento emotivo più o meno marcato, mentre per chi li pratica rappresentano delle modalità per soddisfare qualche bisogno in modo immaturo.
Ho provato a spiegare le caratteristiche dei 3 giochi in questo schema:

Da notare che quello del salvatore è forse il gioco più difficile da smascherare nella sua negatività: infatti chi si cala in questi panni viene spesso considerato gentile, premuroso.
Un’avvertenza: nessuno di questi ruoli è sbagliato in assoluto: ad esempio: capita a tutti di essere realmente vittima di qualche sopruso, così come l’esercizio della critica è necessario in tanti contesti (politico, giornalistico, scientifico…) e molto spesso è opportuno aiutare gli altri.
Invece è importante capire quando giocare in uno di questi 3 modi porta a de-responsabilizzarsi, manipolare, danneggiare emotivamente l’interlocutore.
Grazie per la saggia perla!
Grazie a te di questa valutazione così positiva 🙂
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